mercoledì 11 gennaio 2012

Intervista alla Dott.ssa Silvia Trucco su Ritrovarsi in Viaggio





Se doveste fare un viaggio dove andreste? Immagino che ognuno di noi potrebbe sfoderare una lista infinita di luoghi e per le più diverse motivazioni. Viaggiare è vivere, scoprire e ricercare qualcosa, sempre. La spinta maggiore però a fare i bagagli e imbarcarci in un viaggio è per lo più sempre la curiosità. Ed è la stessa curiosità, in questo momento, che mi permette di presentarvi un progetto, Ritrovarsi in Viaggio, ideato dalla psicoterapeuta, esperta di psicofisiologia clinica, artiterapia ed etnopsicologia, Silvia Trucco, dove il Viaggio assume interamente ed integralmente la sua duplice valenza, quella Esteriore di scoperta e conoscenza di un luogo altro dalla quotidianità, ma anche e soprattutto veste la valenza Interiore, quella della scoperta e della conoscenza più profonda si sé: ecco il Ritrovarsi, durante un percorso esperenziale unico. Non pensate ad un viaggio in cui il piacere di scoprire posti nuovi, di andare altrove rispetto alla quotidianità si confonde o meglio, si fonde nell’esotismo di una seduta di psicoanalisi, perché tutto ciò è molto più che riduttivo. Per viaggio intendiamo, spesso quello che ci ha accompagnati fin dall’età della scuola, quell’idea fantastica indotta dalla letteratura, sia classica che moderna, che ne ha fatto una vera e propria metafora esistenziale, o anche dalla cultura cinematografica, dove ne troviamo riferimenti continui. Avventura, prova, perdita, esilio, ricerca di sé, svelamento, tutte valenze implicite, molte della quali hanno trovato esplicitazione nelle opere che definiamo da sempre i classici della letteratura. Da Ulisse nel suo viaggio di ritorno verso la patria natia Itaca, a Dante, a Joyce, a Rimbaud. L’avventura di chi parte alla ricerca e alla conquista di qualcosa, come gli Argonauti alla ricerca del vello d’oro, il cammino alla guida di un popolo verso la terra promessa, il viaggio di Abramo e Mosè, fino a Renzo e Lucia nei Promessi Sposi, etc… le citazioni posso essere suggestive ed infinite. Oggi viaggiare, spesso contrastando l’idea a cui era associato il viaggio nell’antichità, dello smarrimento e della sofferenza, vissuto quasi come punizione divina o dura conquista, o come manifestazione di irrequietezza ed incapacità di adattarsi alla propria sorte, è invece, sinonimo per lo più, di svago, di piacere, di arricchimento culturale e ancora, perché no? Spirituale. Sempre il viaggio esprime il percorso esistenziale di chi ricerca una dimensione piena e consapevole della vita, anche dettato a volte, dall’inquietudine e l’insoddisfazione di fronte alla banalità e alla sicurezza del quotidiano. Affrontare il viaggio, significa anche accettare una dose di rischio, incontri diversi, imbattersi in una realtà sconosciuta, forse anche inaspettata, incognite che consentono di potersi mettere alla prova, di maturare e acquisire maggiore consapevolezza di sé e conoscenza del mondo. Esso, dunque, il viaggio, non è un semplice spostamento nello spazio, ma anche quando trae spunto da eventi reali, tende a diventare un’avventura dello spirito che, a contatto con esperienze diverse, modifica profondamente se stesso. Per questo ora cercherò di farvi assaporare il percorso e la valenza di Ritrovarsi in Viaggio attraverso un’intervista con l’ideatrice Silvia Trucco:


1. Il Viaggio nell’immaginario comune è concepito come esteriore, ovvero un’esperienza di conoscenza e una scoperta di qualcosa magari lontano da noi, come si può unire all’idea di Viaggio Interiore, inteso, anche, come scoperta di sé?

Nel viaggio è implicito un spostamento verso… partire da un luogo noto e familiare per giungere in un territorio diverso, magari ancora sconosciuto. Questo spostamento ci richiede di far appello a schemi mentali e nostre risorse interiori che di solito non vengono messe in gioco nella routine del quotidiano e tanto è più lontana e diversa la meta del viaggio più questo processo di adattamento e cambiamento diviene importante.
Spostandoci fisicamente e quindi psicologicamente dalla nostra casa, nazione, continente siamo costretti a superare i “confini”, e per confini non intendo soltanto le frontiere ma i confini che ognuno di noi necessariamente è portato a delimitare attorno a sè per vivere ben adattato nel contesto in cui si trova. Si può partire dagli esempi più semplici come arrivare in un paese straniero e mangiare un cibo diverso o parlare una lingua diversa, fino ad entrare negli usi e costumi di quella cultura e vivere come un abitante di quel luogo. Si tratta di livelli, ed ognuno di noi decide dove arrivare, se scegliere il villaggio vacanza, che riproduce esattamente tutto quello a cui si è abituati o immergersi nel diverso e sperimentare l’effetto che fa su di sè questo cambiamento.
Da questo è facile comprendere a mio avviso che già soltanto un viaggio, se non del primo tipo, può produrre importanti cambiamenti nell’individuo, tutto questo nel mio concetto di viaggio esperienziale viene elevato all’ennesima potenza poiché si è condotti, verso angoli psicologici personali non sondati semplicemente avendo la curiosità e la voglia di sperimentarsi in gruppo in percorsi di metodiche specializzate in ambito psicologico e di cure tradizionali tipiche del luogo meta del viaggio.




2. Questo progetto di Viaggio nella sua duplice visione, Interiore ed Esteriore, cosa si propone di ottenere? Quali gli obiettivi?

Coniugare la scoperta di un luogo nuovo e straniero del mondo a un luogo altrettanto inaspettatamente poco conosciuto interiore. Ovviamente, ognuno ha una conoscenza di sé più o meno approfondita e ritrovarsi in viaggio si propone sia ha chi a già intrapreso percorsi terapeutici o di conoscenza personale di qualsiasi tipo, sia a chi ne è completamente a digiuno e si troverà così ancor più piacevolmente stupito da questa tipologia di viaggio. Gli obiettivi sono esattamente quelli che ogni partecipante vuole formulare per sé, infatti i primi laboratori inizieranno proprio con la formulazione degli obiettivi individuali, che possono essere semplicemente sperimentarsi e divertirsi conoscendo persone nuove all’interno dei laboratori artiterapeutici, psicologici e di meditazione oppure obiettivi più specifici di miglioramento di aspetti o limiti della propria persona. Il viaggio prevede anche momenti di consulenza individuale su richiesta del partecipante, sempre compresi nel pacchetto viaggio.



3. Spesso leghiamo alla concezione di Viaggio, l’idea di evasione: allontanarci per un po’ dalla nostra routine e dai problemi quotidiani. La tipologia di Viaggio qui proposta come affronta il tema dell’evasione da sé e dalla quotidianità?
Lo affronta prendendolo molto sul serio. Il partecipante di RITROVARSI IN VIAGGIO deve davvero evadere dalla sua ruotine per trovarsi accolto, compreso, rilassato, divertito, stupito e fatto riflettere in un modo assolutamente al di fuori da ogni schema quotidiano.


4. In cosa si differenzia con il concetto di viaggio più classico e invece in quali aspetti trova similitudini?

Si differenzia dalle altre tipologie di viaggio poiché non si propone semplicemente di intrattenere le persone come potrebbe fare l’animazione di un villaggio vacanza ma vuole far star bene ogni partecipante conducendolo al meglio di loro stessi dal punto di vista dell’abbandono dello stress e dalle contratture psicofisiche che le nostre vite sempre più ci lasciano, ma non solo, parte fondamentale è rappresentata dalla formazione del gruppo, in cui si è accolti e facilitati da persone spinti da motivazioni affini alle nostre.


5. Nella presentazione del progetto si parla dell’utilizzo, durante il Viaggio, di metodiche altamente specializzate quali: • Tecniche Psicofisiologiche Cliniche Integrate • Tecniche psicologiche Strategiche • Metodiche Artiterapeutiche • Acquamovimentoterapia • Tecniche meditative orientali • Sistemi di cura locali • Yoga • Thai Chi
ci può brevemente spiegare in cosa consistono?

Le metodiche utilizzate sono alcune delle mie specializzazioni che utilizzo già da anni in ambito terapeutico ed educativo con ottimi risultati. Proverò a illustrarle in modo sintetico:
Tecniche Psicofisiologiche Cliniche Integrate: attraverso le quali si fa sperimentare con piccoli esercizi, che in realtà sono vere e proprie esperienze di integrazione psicofisica che rendono ancora più evidente lo stretto legame fra mente e corpo. Interventi mirati e spunti di riflessioni sulla postura e sui segnali che il corpo ci manda con il loro significato.
Tecniche di Psicoterapia strategica: in cui si cerca di far coinvolgere ogni partecipante nel modo più profondo e spontaneo. Con momenti di induzioni immaginative ed ipnotiche di gruppo. Dove per Ipnosi si intende uno stato in cui si è sempre costantemente coscienti di sé ma con la possibilità di guardarsi più a fondo
Metodiche artiterapeutiche :tecniche di conoscenza personale che utilizzano alcune forme artistiche come mezzo all’interno dei laboratori specifici. Quali :Musica, danza, pittura . Ovviamente non si tratta di essere o diventare musicisti, ballerini o pittori, ma bensì di utilizzare dei mezzi espressivi senza una finalità artistica, anche se per esperienza ciò che si crea, essendo il frutto di un autentica espressione individuale, raggiunge molto spesso un sorprendente risultato artistico che stupisce prima di tutto chi in modo molto naturale lo esegue…
L’acquamovimentoterapia: sempre con la guida della sottoscritta si sperimenta il potere contenitivo e curativo dell’acqua con mezzo in cui lasciare andare le tensioni corporee e sentirsi rinascere ed entrare in contatto con le proprie persone acquisendo una nuova elasticità.
Tecniche Meditative orientali: Ci si avvale del potere e sapienza dei mantra di matrice religiosa in un contesto questa volta laico ma spirituale, per raggiungere più elevati livelli di consapevolezza.
Yoga: Piccole sessioni di yoga ci aiuteranno a svegliarci e addormentarci rendendo il nostro corpo più vitale e flessibile consentendo una miglior partecipazione ai momenti del viaggio.
Thai Chi: Questa antichissima arte, risulta perfettamente in linea con gli scopi del nostro viaggio perché utilizza l’immaginazione per agire in modo efficace sul corpo attraverso movimenti che armonizzano mente e corpo.
Sistemi di cura tradizionale: Ci si avvale anche delle conoscenze del luogo per completare ed integrare il percorso. Poiché una strana tendenza New Age ci porterebbe a sperimentare a casa nostra imitazioni di alcuni sistemi di cura tradizionali, invece è mia convinzione che il vero potere terapeutico e conoscitivo della disciplina svolga la sua funzione nel luogo di origine in modo approfondito.


6. Come si sviluppa il percorso di Viaggio da te ideato?

Si parte con un incontro all’aeroporto di Fiumicino a Roma, dove i partecipanti saranno accolti e verrà dato loro il kit Ritrovarsi in Viaggio dal Tutor del gruppo. Giunti al resort le giornate trascorreranno fra mattine o pomeriggi di laboratori in gruppo con le metodiche descritte e momenti di libertà, con la possibilità di esplorare il luogo o semplicemente lasciandosi coccolare dalla bellezza della natura e della struttura ospitante.

7. Parliamo delle mete prescelte:il loro valore Interiore ed Esteriore per un Viaggio di questo tipo?

Le mete sono scelte in quanto luoghi lontani o comunque con una cultura e tradizione in cui condurre il partecipante, luoghi sorprendenti dal punto di vista naturale in cui immergersi e ricaricarsi di energia specifica di quella terra e quella cultura. Il luogo non è semplicemente una cornice ma parte fondamentale ed interattiva dei laboratori proposti.

8. Ci sono già delle località precise di cui possiamo parlare?

Sì, iniziamo con Bali, quindi in Asia, con la sua energia e sacralità, il suo potere di trascendenza e la sua particolare predisposizione ad accogliere e prendersi cura dei visitatori. Bali è un isola che coniuga la spettacolarità di una natura lussureggiante alla sacralità dei templi che si respira in ogni luogo e abitante. Inoltre una cultura di origine ed una medicina locale antichissima e dall’alto potere trasformativo. Quindi sicuramente una meta perfetta per il nostro viaggio!

9.Cosa potrebbe uscire di diverso dal lavoro di una seduta psicoanalitica?

Dalla mia esperienza clinica sono giunta alla convinzione che ogni individuo abbia il suo canale espressivo preferenziale, e non è sempre quello dialogico verbale, o almeno non soltanto. Proprio da qui che nasce la mia esigenza di dare alle persone che si rivolgono a me, sia privatamente che attraverso Ritrovarsi in Viaggio, la possibilità di esprimersi sperimentando mezzi alternativi, alcuni dei quali potranno risultare più vicini alla persona e consentirgli di migliorare, altri meno, ma di sicuro, data la varietà e completezza del training di viaggio il risultato finale sarà una visione caleidoscopica di sé.

di Mavi D'egidio, Giornalista

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